Le parole di Seid Visin
Pochi giorni fa un giovane ragazzo si toglie la vita a soli 20 anni.
Si chiamava Seid Visin. Nato in Etiopia e poi adottato a sette anni, Seid sviluppa una grande passione per il calcio che lo porta a giocare nelle giovanili del Milan e del Benevento.
Dietro si è lasciato molte parole ed è doveroso più che mai riflettere su queste e sulle cause del suo gesto.
“Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone” scrive appena due anni fa Seid in una lettera che contiene gli avvenimenti e i sentimenti nati da un clima d’odio intorno al colore della sua pelle.
Non conosciamo le cause esatte che lo hanno portato a porre fine alla sua vita ma sicuramente ignorare le sue parole escludendo la grande esposizione al razzismo che ha avuto come una delle principali cause è da sciocchi.
Niente e nessuno può cancellare le sue parole o deresponsabilizzare chi ha contribuito ad alimentare l’odio che Seid ha scritto di sentire sulla sua pelle.
“Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra si sia capovolto tutto”
Ma quando, come dice Seid, si è capovolto tutto?
Forse quando abbiamo iniziato a sottolineare nelle notizie di cronaca le origini e il colore della pelle.
Forse quando abbiamo iniziato a volere i porti chiusi per paura di una fantomatica invasione.
Forse quando abbiamo iniziato a pensare che la nostra povertà fosse causa di una mano tesa verso un bisognoso invece che una mano tolta a chi ne ha bisogno.
Forse quando ci hanno portato via la nostra umanità.