E’ ora di ascoltare le voci della Palestina!
Venerdì 20 maggio è stata dichiarata la fine di una lunga serie di bombardamenti che ha causato 243 vittime e più di 1900 feriti tra i palestinesi e 12 vittime tra gli israeliani.
Le tensioni comunque continuano a crescere alimentate dalle pressioni che le forze di occupazione israeliana continuano ad esercitare illegalmente sui civili palestinesi.
Una delle molte violazioni del governo israeliano è l’espulsione forzata della popolazione palestinese dalle proprie abitazioni con lo scopo di insediare coloni e allargare così la propria influenza.
Come per esempio il noto quartiere palestinese Sheik Jarrah dove continua a persistere l’esercito israeliano reprimendo proteste pacifiche da parte degli abitanti e arrestando giornalisti e attivisti palestinesi, basti guardare l’arresto dei fratelli Al-Qurd di qualche giorno fa che ribadisce che chiunque cerchi di sabotare la politica di Israele in qualsiasi modo, dalle proteste pacifiche all’attivismo sui media e social viene arrestato. Giusto il 23 maggio hanno avviato l’operazione “Law & Order” che mira, come dichiarano le stesse forze di polizia, a “regolare i conti” e ad intimidire e vendicarsi di chi osa alzare la voce contro Israele. In una settimana dal lancio dell’operazione sono state arrestate più di 1500 persone violando ripetutamente il principio internazionale dell’habeas corpus secondo il quale nessuno può essere arrestato arbitrariamente.
E non si tratta solo di Sheikh Jarrah ma tutti i territori palestinesi sono vittima di un assedio costante dove i civili subiscono una continua violazione dei loro diritti umani e civili.
Per dirne una in questi giorni le forze di occupazione israeliane hanno distribuito ordini di demolizione agli abitanti del villaggio di Silwan. La comunicazione impone che entro 21 giorni si sgomberi e si demolisca la propria casa altrimenti provvederà a farlo il comune dell’occupazione sanzionando i costi di demolizione alla famiglia sfrattata.
L’unico modo che i palestinesi hanno per opporsi a tutto questo, rischiando di venire anche arrestati, è usare le loro voci, documentare e condividere con il mondo tutte le ingiustizie che stanno subendo e sembra che mano a mano il loro sforzo stia venendo ripagato:
le proteste e la sensibilizzazione che stanno avvenendo in ogni parte del globo dimostra che sono riusciti a farsi ascoltare, dimostra che sono riusciti a smascherare lo sfacciato piano espansionistico covato alla luce del sole e nonostante l’apatia internazionale dominante molti stati, grazie alle grida di denuncia dei suoi cittadini, non possono più far finta di non vedere le continue violazioni del diritto internazionale perpetrate da Israele.