Il lato oscuro del mese del pride: il rainbow washing
Giugno è il mese del pride, periodo dedicato alla parità di diritti di genere in cui viene celebrata la comunità LGBTQIA+. Ma siamo veramente sicuri che tutti gli arcobaleni in giro, simbolo rappresentativo del pride, siano segno di un effettivo riconoscimento della comunità e del riconoscimento dei loro diritti? A questo proposito dobbiamo parlare del rainbow washing, una nuova strategia di marketing adottata da alcune aziende che fa leva su questo mese dell’anno per aumentare il proprio consenso ed ottenere un incremento delle vendite. Secondo una ricerca Ypulse, i diritti della comunità LGBTQIA+ sono una della cause principali di carattere sociale che appassiona i giovani, che diventano quindi spesso vittime di una strategia di marketing aziendale che non presenta di fatto fini concreti a sostegno della causa, ma solo interessi personali. Un esempio di prodotto che rappresenta il rainbow washing è un LGBT sandwich lanciato da una catena inglese di supermercati nel 2019, dotato di un packaging color arcobaleno e composto da ingredienti le cui iniziali vanno a comporre l’acronimo LGBT (lettuce=lattuga, guacamole, bacon e tomato=pomodoro). Diventa quindi fondamentale distinguere chi ha davvero l’intenzione di sostenere i diritti di questa comunità -adottando azioni concrete- dagli approfittatori con fini individualistici.