Cosa succede a Silwan?
Il 7 Giugno, nel villaggio palestinese di Silwan, sono stati distribuiti ordini di demolizione da parte del comune di occupazione israeliana, con cui hanno richiesto ai cittadini palestinesi del quartiere di Al Bustan di demolire entro 21 giorni le proprie case o, in caso di rifiuto, pagare i costi di demolizione che verranno effettuati comunque dalle forze di occupazione israeliana.
A 19 famiglie verrà tolto un tetto sopra la testa per fare spazio ad un parco a tema che verrà chiamato “Giardino del Re” in base alla credenza che Bustan sia appartenuto al regno biblico di Re David. In parole povere le autorità israeliane stanno usando antiche storie bibliche, senza avere nessuna evidenza archeologica, come sufficiente ragione per demolire centinaia di case palestinesi.
Il 27 giugno è scaduto il tempo e come si può immaginare molte famiglie si sono rifiutate di demolire la propria casa e come conseguenza di ciò due giorni dopo le autorità israeliane hanno iniziato la prima demolizione. Nonostante i residenti si siano ribellati la risposta è stata la solita brutale violenza composta da manganate, gas lacrimogeni e arresti di massa.
La distruzione di proprietà private palestinesi che si sta perpetrando è una grave violazione della quarta Convenzione di Ginevra e costituisce un crimine di guerra secondo gli Statuti di Roma della Corte Penale Internazionale ma questo non sembra comportare nessuna conseguenza per Israele che continua a commettere indisturbata i suoi crimini.
Quanto tempo ancora dobbiamo aspettare per ottenere giustizia?
Quanto tempo ancora dobbiamo aspettare che i governi si schierino concretamente, come i loro cittadini, a supporto della Palestina, a supporto dei diritti umani?