Libia: Una benda per non vedere?
Oggi alle 17 in Piazza Montecitorio a Roma Arci Nazionale insieme ad altre associazioni scenderà in piazza alla vigilia delle votazioni in Parlamento per il rinnovo delle missioni internazionali con un aumento notevole dei fondi rispetto al 2020 .
Cerchiamo di fare chiarezza.
L’Italia nel 2017 ha siglato un accordo con la Libia per favorire la formazione e garantire mezzi alla Guardia Costiera Libica. Il fine ultimo è il contenimento dei flussi migratori. La guardia costiera libica è stata istituita per intercettare e catturare, spesso con metodi disumani, le barche dei migranti e riportarle in suolo libico.
Quello che succede una volta tornati in Libia è di dominio pubblico: donne, uomini e bambini vengono reclusi nei centri di detenzione in cui la violazione dei diritti umani e fondamentali dell’uomo è ormai una prassi. Torture, stupri, maltrattamenti e lavori forzati, abuso dei diritti, condizioni disumane .
Qual è il senso di contribuire economicamente a queste violazioni che avvengono davanti agli occhi di tutti? Questo orrore si deve fermare.
Alla vigilia del voto in aula, quindi, Arci Nazionale dice:
NO al rinnovo della missione in Libia e alla prosecuzione della cooperazione con le autorità libiche senza garanzie concrete sulla protezione dei diritti umani di persone migranti e rifugiate;
NO al sostegno e alla collaborazione con la “Guardia costiera libica” finalizzato al respingimento forzato in Libia delle persone intercettate in mare;
SI all’evacuazione immediata delle persone rinchiuse nei centri di detenzione libici e all’estensione dei canali di ingresso regolari per persone migranti e rifugiate;
SI al ripristino di un sistema istituzionale di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale e al riconoscimento del ruolo essenziale svolto dalle ONG per la salvaguardia della vita in mare.